PABLO, CARLOS, IL MIO CANE… E LA MONTAGNA DI TOAST
Quando la vita è piú surreale della fantasia… l’immaginazione vola
Alle volte penso che se non avessi un cane non avrei storie da raccontare
Chissá… magari se ne prendo un altro potrei scrivere piú storie…
Fatto stá che anche questa stamattina ero in giro a passeggiare e mi stavo servizievolmente lasciando schiavizzare dal mio cane Dago.
Io ridicola caricatura di essere umano, armato di sacchetto biodegradabile giallo, bottiglietta di acqua profumata e l’illusione del potere e del controllo ma in realtá attento a rispondere e accondiscendere a qualunque ordine sottinteso del vero padrone, piccoli imperativi del tipo…. “Questo cespuglio è interessante: tu fermati lí sotto il sole che io me lo studio un po’”, come anche…. “Questa pisciata mi sembra che sia di Thor, il pastore belga che cerca sempre di montarmi: fermi tutti che gli piscio sopra e gli spiego chi comanda”.
Cosí, mentre Dago trotterella felice indicandomi dove andare e “dicendomi” cosa fare, vedo, poco piú avanti, Pablo e Carlos che stanno parlando animatamente.
Pablo fa il cameriere, un talento naturale nell’avere sempre a mente la disposizione dei tavoli, gli ordini di arrivo, le cose che gli vengono ordinate e con una connaturata simpatia e attenzione verso le persone che fa sí che tutti lo adoriamo: una macchina da guerra che fa sfigurare qualunque collega tu gli metta vicino.
I fornitori di bevande e merci gli farebbero ponti d’oro se decidesse di aprire un bar suo ma quando un giorno gli domandai perché non lo faceva e si accontentava di guadagnare 1200 euro al mese, mi rispose: “Sei matto? Se il bar dove lavoro fallisce, io devo solo andare a lavorare da un altro e i miei 1200 euro sono sicuro che li guadagneró sempre”.
Ovviamente con lui parlo di calcio, di moto e di figa… di cos’altro vuoi parlarci?
Carlos… beh Carlos è tutt’altra pasta. È un immigrato fuggito dalla povertá del regime venezuelano socialista ed è arrivato qui 6 anni fa con il progetto chiarissimo di non essere mai piú né comunista e neanche povero. Dio gli ha dato un talento unico: se si puó fare con le mani… le sue mani lo sanno fare.
Lo chiamiamo tutti per qualunque cosa: dal rubinetto che perde, al montaggio di un mobile fino alla ristrutturazione di una casa.
“Fattura” è una parola che gli fa venire i brividi e che dice essere qualcosa che fanno solo le streghe e ritiene che lui e la sua famiglia si meritino la macchina grande e nuova con cui girano (due… una sua e una della moglie), i cellulari nuovi, i mobili nuovi, i vestiti di marca e qualunque altra cosa che in Venezuela guardavano solo nei cataloghi.
Il suo conto in banca è piú spianato del Tavoliere di Puglia e vive senza mai rivolgere il minimo pensiero ai nostri amici del fisco che… prima o poi si chiederanno da dove arrivano i soldi con cui Carlos innaffia tutto il commercio locale.
Con lui parlo… di calcio, di moto e di figa… di cos’altro vuoi parlarci?
Sono i due piú fulgidi rappresentanti di due categorie specifiche di esseri umani: i “GrammoPesisti” e gli “IoLoValghisti” che insieme agli “ScontoFilisti” abbracciano il 90% del genere umano.
Se non capisci… non preoccuparti, sono temi che trattiamo sul nostro gruppo Telegram e magari te ne accenneró qualcosa un altro giorno.
Fatto stá che mentre mi avvicino, vedo Carlos che mi scorge arrivare con la coda dell’occhio ed esclama: “Ecco, lui sicuramente lo sa”.
Sorrido. Mi piacciono le cose che so.
Mi fermo, anche se Dago non si mostra d’accordo, ma poi sembra decidere che anche io ho diritto a un po’ di svago e si accuccia ai miei piedi rivolgendomi quel suo sguardo che dice chiaramente “Peró non troppo eh??”
“Que pasa caballeros?” domando e so che fin qui è facile ma sono sicuro che apprezzerai il fatto che riporti il resto della conversazione in lingua italiana che è probabile che ti risulti piú comprensibile dello Spagnolo… per di piú canario… per di piú gergale!!!
È Pablo che prende la parola: “Si parlava di cosa si sarebbe fatto se si fossero vinti 100 milioni di euro (chiaro… per niente ozioso come argomento. In fondo…a chi non capita almeno un paio di volte nella vita?).
Io stavo dicendo che comprerei una grande casa con piscina sulla costa di FuerteVentura, dotata di una mia spiaggia privata di sabbia candida e un pontile con un piccolo yacht per andare a pesca. Avrei un mio cameriere personale e non farei niente tutto il giorno. (limpido… un cameriere suo a cui fare tutte le angherie che doveva subire lui attualmente).
Carlos, invece, comprerebbe un grande yacht con un sacco di personale per condurlo e per servire lui e la sua famiglia (ok, voglio stare in mezzo al mare, il piú lontano possibile dalla gente e con persone che mi servono e riveriscono quando le chiamo e non come adesso che le devo servire e riverire quando chiamano me).
Dice che non farebbe mai piú nient’altro che non fosse vedere tutti i posti del mondo senza fermarsi mai in nessuno in particolare.
Tu cosa faresti?”.
Carlos si sbagliava… non è una cosa che so.
Ho scritto 100 milioni con “milioni” in lettere perché ho cosí poca pratica con queste cifre che temevo di sbagliare il numero di zeri!.
Peró… sono bravo a divincolarmi.
“Allora… vediamo… se avessi 100 milioni di euro… comprerei una grande casa con piscina sulla costa di Fuerteventura e ci vorrei anche una spiaggia privata peró con un porticciolo ben attrezzato dove tenere alla fonda un grande yacht pieno di personale, di quelli con cui puoi girare il mondo.
Poi regalerei la villa e lo yacht a 2 amici deficienti che incrocio spesso per queste strade e vivrei gratis per sempre alle loro spalle, alloggiandomi nella casa del primo e girando a scrocco il mondo con il secondo… e lasciando a loro due i problemi di pagare le tasse, litigare col fisco, stipendiare il personale e provvedere al mantenimento della casa e dello Yacht.”
Panico negli occhi di entrambi.
Fisco?... Tasse?... Stipendi?... Spese?...
Mentre mi allontano sento Carlos difendendo la tesi che se hai speso tutto lo stato non puó tassarti niente mentre Pablo dice che non gli importa… alla fin fine quanto potranno essere le tasse?... qualche migliaio di euro? 😂
Giá lontano mi giro a guardarli di sottecchi e penso che non sanno quanto sono fortunati ad avere una probabilitá infinitesimale di vincere 100 milioni di euro: con la totale assenza di cultura finanziaria che li caratterizza, quei soldi sarebbero la loro rovina e li sprofonderebbero, in meno di un anno, nella miseria e la disperazione piú nera.
Nel frattempo sono arrivato al bar della Carmen e Dago giá tira da quella parte.
Mi siedo a un tavolo: birra e due toast formaggio e prosciutto: uno dei due toast freddo per favore… è per Dago.
Continuo a pensare a Pablo e Carlos e a tutti i Pablo e Carlos di questo mondo che, esattamente come Dago, sono abituati al loro toast quotidiano e la loro ambizione, il loro concetto di ricchezza… è avere molti toast.
Sono persone che vivono con l’idea che il benessere altro non sia che prendere la loro vita e moltiplicarla per 10… problemi compresi!
E mentre mi trastullo con questo pensiero ed immagino Pablo, Carlos e Dago seduti felici e giocosi su una montagna di 100 milioni di toast caldi e fragranti… d’improvviso mi viene in mente una storia che è talmente reale e contemporaneamente cosí surreale che… te la devo raccontare assolutamente perché so che ti piacerá e anche perché mi rendo conto che mi apre le porte ad altre decine di questioni.
Quindi… no… quindi niente!
La Carmen mi ha portato il toast, sarebbe un peccato lasciarlo freddare e non è buona educazione scrivere con la bocca piena e quindi… te la racconto la prossima volta.
Un abbraccio
Massimo
Per scrivere questo post ho impiegato qualche ora.
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